La polizia californiana ha fermato un taxi Waymo senza conducente ma non ha potuto multarlo

Gli agenti lo hanno bloccato dopo un’inversione a U irregolare, ma la legge prevede che le contravvenzioni possano essere emesse solo a un conducente umano

A San Bruno, una città di circa 40 mila abitanti a sud di San Francisco, la polizia locale ha fermato nelle prime ore di sabato un taxi Waymo dopo un’inversione a U non consentita. Alla guida, però, non c’era nessuno: il veicolo è uno dei mezzi a guida autonoma sviluppati dall’azienda controllata da Alphabet, la società madre di Google. Gli agenti hanno accertato l’irregolarità, ma non hanno potuto emettere una multa, poiché la normativa in vigore prevede che le sanzioni per violazioni in movimento possano essere contestate solo a un conducente umano.

Il dipartimento di polizia ha riferito l’episodio sui social, generando centinaia di commenti. Molti utenti hanno criticato la scelta di non sanzionare l’azienda e hanno chiesto chiarimenti su come gli agenti abbiano ottenuto lo stop del veicolo. La vicenda è stata definita un “malfunzionamento” e la segnalazione è stata inoltrata a Waymo. L’azienda ha spiegato, tramite una portavoce, che il suo sistema è costantemente monitorato dalle autorità regolatorie e che l’episodio è oggetto di verifiche interne.

Negli Stati Uniti i veicoli a guida autonoma sono al centro di un dibattito regolatorio da oltre un decennio. In California, ad esempio, la motorizzazione statale concede autorizzazioni alle aziende che sperimentano la guida senza conducente, imponendo requisiti tecnici e report periodici sugli incidenti. Le sanzioni per le infrazioni stradali commesse da veicoli autonomi, però, non hanno ancora un inquadramento normativo chiaro. Una legge approvata a Sacramento entrerà in vigore l’anno prossimo e consentirà alla polizia di trasmettere le violazioni al Department of Motor Vehicles, che dovrà stabilire modalità e possibili penalità.

Waymo opera attualmente a Phoenix, Los Angeles e San Francisco, oltre che in alcuni sobborghi limitrofi. La presenza di questi veicoli è in crescita e negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di discussione pubblica, soprattutto dopo episodi di blocco del traffico o incidenti minori. Il fermo a San Bruno si inserisce in questo contesto e mostra le difficoltà delle forze dell’ordine locali, che non dispongono ancora di strumenti normativi e procedurali per trattare in modo univoco le violazioni commesse dalle auto senza conducente.

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