Arte Museum ha inaugurato a New York la sua nuova sede permanente, collocata all’interno del complesso di Chelsea Piers. È la seconda apertura negli Stati Uniti dopo Las Vegas e segue quelle realizzate in Corea del Sud, Cina e Dubai. Il progetto è curato dalla società sudcoreana d’strict, già nota per l’installazione digitale a forma di onda tridimensionale realizzata nel 2020 al COEX di Seoul e diventata virale online.
La mostra newyorkese si sviluppa su quattordici spazi tematici dedicati al rapporto tra tecnologia e natura, raggruppati sotto il titolo “Eternal Nature”. Tra le installazioni più ampie si trovano “Waterfall Infinite”, una proiezione digitale che riproduce una cascata, e “Wave”, un ambiente di oltre 500 metri quadrati in cui immagini animate simulano l’impatto del mare. Altre sezioni puntano sull’interattività, come “Night Guardians”, in cui i visitatori possono disegnare creature che vengono poi integrate nel flusso visivo delle proiezioni.
Arte Museum ha già registrato oltre nove milioni di visitatori complessivi a livello internazionale. La formula è quella delle esperienze immersive, basata su effetti visivi, sonori e olfattivi, differenziandosi dai tradizionali musei d’arte. Negli ultimi anni istituzioni pubbliche e private hanno moltiplicato iniziative simili, che vanno dalle mostre dedicate a Van Gogh a quelle su Klimt o Monet, con l’obiettivo di attrarre un pubblico non necessariamente esperto di arte.
A New York l’esperienza si completa con un’area caffè, dove le proiezioni digitali interagiscono con l’arredamento, e con una programmazione destinata a essere aggiornata periodicamente. Le recensioni delle prime settimane riportano valutazioni molto positive, spesso con riferimento al prezzo considerato accessibile e alla varietà delle installazioni. Secondo i dati diffusi dalla società, la sede di Chelsea Piers punta a superare i risultati ottenuti a Las Vegas, dove l’apertura ha consolidato il marchio nel mercato statunitense.