Siamo a colloquio con Alessandro Nardone, Communication Manager di Centergross, il quale ha risposto alle domande de ilNewyorkese sulle nuove normative a salvaguardia dell’abbigliamento di qualità.
Si è tenuto un convegno a cura di Centergross sul Bollino Blu, entriamo in merito?
Il Bollino Blu è il culmine di un percorso iniziato proprio qui. Abbiamo presentato alle istituzioni il modello di business del Pronto Moda Made in Italy, che è nato dentro il distretto del Centergross, e il Ministero del Made in Italy, dopo una serie di considerazioni, ha portato avanti sino alla conclusione la proposta di realizzare tale Bollino Blu. Un marchio di qualità che certifica le aziende che fanno il vero Made in italy. Prodotto qui dai nostri artigiani, per loro è indubbiamente un vantaggio competitivo e, per chi acquista, significa avere la certezza di acquistare Made in Italy in maniera solida
Questa può essere una risposta ai vari Zara?
Assolutamente sì. Una risposta finalmente tangibile ed importante quale strumento che può diventare leva di marketing contro la concorrenza scorretta di molti marchi che inondano il mercato di prodotti di bassa qualità, provenienti da Paesi dove non ci sono diritti dei lavoratori e senza alcun rispetto per l’ambiente.
Sappiamo che la sua professione la fa viaggiare molto e anche in America.
Si, con il nostro export manager Riccardo Collina ci occupiamo di internazionalizzazione: l’ultimo evento lo abbiamo organizzato a Manhattan in collaborazione con Milano Fashion Tour, vicino alla Fifthy Avenue 1, presentando a diversi operatori della stampa e della moda alcuni brand di Centergross, che hanno potuto presentarsi con le loro collezioni facendosi apprezzare dal mercato americano. Ottime occasioni che, oltre a dare vantaggi dal punto di vista di immagine, creano relazioni reali per future opportunità di apertura al mercato americano, una cosa importantissima.
Una forma di feeling reciproca.
Assolutamente sì, quando presentiamo Centergross – e lo dico con tanto orgoglio – si stupiscono che esista in Italia una realtà così grande e importante. Il mercato italiano è conosciuto per le piccole e medie imprese… giusto? Per gli artigiani, una realtà così imponente quale Centergross è un unicum e questo – ripeto – è fonte d’orgoglio nel rappresentare il Made in Italy negli Stati Uniti.
Quindi da loro va molto forte il Pronto moda.
Esatto, portiamo buona qualità accessibile a tutte le tasche: la reale alternativa all’abbigliamento spazzatura del fast fashion: si spende un po’ di più acquistando materiale di qualità durevole nel tempo a differenza del basso livello che… ci siamo capiti? Basso livello.
Poc’anzi ha parlato degli acquisti a New York.
Gli acquisti vengono fatti in maniera capillare spostandoci anche verso la California, Philadelphia, Boston, Washington eccetera, con presenza in catena multimarche. Centergross è fatta di tante aziende e ognuna ha le sue polis anche commerciali; in base ai loro target scelgono quello che secondo loro è il canale migliore. Consideriamo che gli Stati Uniti rappresentano un mercato più che appetibile visto che siamo due popoli fratelli. Dal mio punto di vista la storia racconta che viviamo nel mito degli States. Loro amano noi italiani e tutto ciò che arriva dall’Italia. È un ottimo scambio reciproco e non è dettato solamente dal commercio.
E lei a livello personale cosa apprezza?
Beh sono cresciuto influenzato dalla cultura americana, ho fatto l’inviato proprio per gli Stati Uniti, ho scritto diversi libri tra cui due romanzi ambientati proprio lì. Ho gli zii oltreoceano… e mi sento un pochetto americano. Amo la libertà, il principio di libertà, il fatto che ognuno possa vivere il sogno americano partendo da zero arrivando ai massimi livelli. Questo chiaramente impegnandosi e mettendo a frutto le proprie competenze. Il mito americano non muore mai.
Un ricordo su Giorgio Armani?
Insieme a Maria Grazia Vernuccio – capo ufficio stampa di Centergross – abbiamo deciso di dedicargli il Bologna Fashion Festival con sfilata di moda a lui dedicata. Che dire? Un grandissimo che è già nei libri di storia, fonte d’ispirazione per ognuno di noi e che tanto amava l’America. Non manco di osservare per ilNewyorkese che anch’io adoro New York e ci porterò molto presto mia figlia per il suo compleanno. A New York mi sento veramente a casa, con l’orgoglio di essere italiano. L’amo visceralmente.
Alessandro Nardone esterofilo. Decisamente. Non certamente il tipo da “spaghetti in valigia”.