Archiviata la pausa per le Nazionali, la Serie A torna con la classica italiana per eccellenza: Juventus-Inter.
Sapete perché viene chiamata il “Derby d’Italia”? Presto detto: fino al 2006 Juve e Inter erano le uniche due squadre italiane a non essere mai retrocesse in Serie B. Calciopoli ha cambiato le condizioni stesse di questa definizione, mandando in Purgatorio i bianconeri per illeciti sportivi (e non per demeriti sul campo). D’altro canto, lo scandalo del 2006 ha acuito la rivalità tra club e tifosi, visto che a beneficiare della momentanea caduta degli dei bianconeri è stata per anni (e con effetto retroattivo) proprio l’Internazionale, tra scudetti revocati, riassegnati a tavolino e un’epopea nata da quelle ceneri e sublimata dal “triplete” di Mourinho nel 2010. Pertanto la definizione “Derby d’Italia” è rimasta, ma con un’accezione diversa.
Oggi Juventus e Inter sono due nobili tutt’altro che decadute, ma con delle incognite. Dall’abdicazione, forzata, di Re Andrea Agnelli, la Juventus è rimasta nel radar delle grandi, qualificandosi sempre per la Champions, ma non ha più vinto lo scudetto: l’ultimo risale alla stagione del Covid, la 2019/20, sotto la guida di Maurizio Sarri, cacciato per una crisi di rigetto dopo appena un anno, anche se coronato col titolo. Cinque anni a secco sono un’eternità per una società il cui claim è “Vincere è l’unica cosa che conta”.
L’Inter è reduce da una stagione controversa, iniziata con la speranza e l’ambizione (dichiarata apertamente da mister Inzaghi) di un nuovo Triplete e conclusa, mestamente, con “Zeru Tituli” (cit Mourinho). Inzaghi, nelle intenzioni del club, avrebbe dovuto restare, ma è andato in Arabia Saudita a prendere un sacco di soldi, mentre sull’altra sponda Tudor, nei piani della Juve, avrebbe dovuto andare via, ma è rimasto per…mancanza di alternative: il “NO” di Antonio Conte, col prezioso featuring di De Laurentiis, ha spiazzato tutti. Scherzi del destino.
Sabato, alle 18.00 ora italiana, ci sarà poco da scherzare: è solo la terza di campionato ma la sfida darà delle risposte importanti per entrambe le squadre. Chivu, che è già scivolato, in casa, contro l’Udinese prima della sosta è davvero già pronto, dopo mezza stagione in Serie A col Parma, per guidare una big a caccia del titolo? Loo Stadium non ci darà una risposta definitiva, ma delle indicazioni importanti si. Tudor arriva alla gara forte dei 6 punti incassati nelle prime due gare, ma deve ancora guadagnarsi la fiducia incondizionata del club e della piazza: quale miglior occasione che il “derby d’Italia”, la sfida più sentita di tutte? Certo se Vlahovic continuasse a segnare senza soluzione di continuità, come sta facendo in questo avvio di stagione, nessun traguardo sarebbe precluso e la strada, per il tecnico, sarebbe sicuramente meno impervia.
Intanto, in tutto il mondo, milioni di appassionati sono in attesa di sintonizzarsi davanti alla tv per vedere la partita, non solo per la suggestione del match in sé ma anche per la curiosità di vedere, per la prima volta in Serie A, le riprese della RefCam, che darà (sia pur a sprazzi e veicolata dalla regia televisiva della Lega, il POV del direttore di gara.
Un punto di vista nuovo per la sfida più tradizionale del calcio italiano.
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Buona Serie A a tutti.