Koreatown a New York: un viaggio tra sapori, luci e tradizione

Dalla trentaduesima strada di Manhattan alle strade autentiche di Flushing, la Koreatown della Grande Mela sorprende giorno e notte.

Koreatown-newyork.ilnewyorkese

Dobbiamo spingerci nel cuore della città, proprio ai piedi dell’Empire State Building, per trovare un altro tassello del nostro Giro del Mondo a New York. Qui, tra i pullman a due piani carichi di turisti e gli impiegati che sfilano rapidi in giacca e cravatta, file di palazzi un po’ vissuti custodiscono la Koreatown di Manhattan. A un primo sguardo, soprattutto di giorno, il tratto della trentaduesima strada tra Fifth Avenue e Broadway può sembrare spento, quasi trascurato. Un cartello stradale, però, toglie ogni dubbio: questa è Korea Way, il cuore pulsante del quartiere coreano di Manhattan.

La storia di Koreatown e delle istituzioni culturali che ne fanno parte non può prescindere dal racconto dell’immigrazione coreana in città. Le prime grandi ondate migratorie arrivarono dopo il 1965, grazie all’Immigration and Nationality Act (Hart-Celler Act), che abolì le vecchie quote basate sull’origine nazionale e aprì nuove possibilità di ingresso a famiglie spesso molto istruite ma desiderose di costruire un futuro sicuro. Molti scelsero l’imprenditoria come strada di riscatto, aprendo ristoranti, negozi e lavanderie che divennero presto punti di riferimento dei quartieri coreani. 

Negli anni ’90 e 2000 la seconda generazione consolidò questo radicamento, entrando in professioni mediche, tecniche e imprenditoriali, e creando scuole di lingua, associazioni civiche e chiese che rafforzarono la vita comunitaria. Oggi la comunità coreana è estremamente dinamica e variegata: studenti universitari, giovani professionisti e creativi arrivano a New York per studiare, lavorare o inserirsi nei circuiti culturali globali.

Accanto alle famiglie storiche, i nuovi arrivati contribuiscono a una comunità che fonde tradizione e cosmopolitismo, rendendo la presenza coreana più visibile e influente che mai. Quella di Manhattan, in realtà, è solo la versione più compatta e scintillante della comunità coreana newyorkese. La vera “Koreatown” — per estensione, densità e vita quotidiana — si trova nel Queens, e più precisamente a Flushing. 

Qui le strade pullulano di ristoranti a conduzione familiare, panetterie tradizionali, supermercati con scaffali infiniti di prodotti importati dalla Corea e centri benessere aperti 24 ore su 24. Flushing è oggi considerata la capitale coreana dell’East Coast, un luogo dove la lingua e le tradizioni si conservano intatte e dove la comunità si è radicata profondamente aprendo scuole, luoghi di culto e attività che servono soprattutto i residenti locali. Se Koreatown a Manhattan è una vetrina luminosa per turisti, lavoratori e curiosi, quella del Queens è una città nella città, dove si respira un’autenticità quotidiana. Nonostante le due realtà abbiano caratteri diversi, sono sempre state collegate: molti imprenditori e ristoratori che hanno aperto sulla 32nd Street a Midtown arrivano proprio da Flushing, portando con sé ricette, prodotti e quel senso di ospitalità tipico della cultura coreana.

Proviamo allora ad addentrarci lungo Korea Way, ai piedi dell’Empire State Building, per scoprire questo angolo di Corea a New York. Si tratta di pochi isolati in termini di estensione ma densi di insegne luminose, aromi speziati e luoghi che non dormono mai. Appena entrati nel cuore di Koreatown, si percepisce subito l’energia unica del quartiere. Tra le insegne luminose e i cartelli in hangul che sovrastano gli esercizi, l’odore del barbecue coreano si mescola ai profumi speziati dei mercati asiatici. Visitando il K-mart Asian Supermarket ci si perde tra scaffali pieni di ingredienti e prodotti asiatici: kimchi, noodles, salse piccanti, tè particolari. Poco distanti, i ristoranti di barbecue attirano con il loro profumo e il suono delle griglie che sfrigolano. Miss Korea, aperto ventiquattro ore su ventiquattro, è uno di quei posti che non si dimenticano: la scelta ampia di piatti tradizionali e l’atmosfera conviviale rendono ogni pasto qui un’esperienza autentica. Le carni si cucinano direttamente al tavolo, sulle griglie circolari posizionate sotto grandi cappe metalliche. Ampi menù con le immagini dei cibi, accompagnati dalle tipiche riproduzioni in 3D, aiutano nella formulazione dell’ordine: il personale di questi ristoranti è rigorosamente coreano e il kimchi è spesso “masticato” molto meglio rispetto all’inglese!! 

Il BBQ coreano è una vera esperienza e offre un’alternativa anche più economica rispetto alle costose steakhouse americane in città. Opzioni unicamente vegetariane, invece, sono proposte all’Hangawi, raffinato ristorante che invita a togliersi le scarpe all’ingresso e a gustare piatti ispirati alla cucina buddhista coreana, tra verdure fermentate, zuppe delicate e pietanze a base di tofu servite in ciotole di pietra fumanti. Qui davvero ci si dimentica di essere a New York!

Restando in tema cibo, un’altra tappa imperdibile è la Food Gallery 32, un mercato coperto che è quasi un piccolo mondo a sé. Al suo interno, diversi stand offrono assaggi di Corea dai bibimbap colorati ai dumplings appena fatti fino ai dessert dolcissimi. 

Qui è impossibile non farsi tentare e provare un po’ di tutto, assaggiando i sapori più autentici in un solo giro tra le bancarelle! Oltre ai piatti salati, la Koreatown di Manhattan è una destinazione autentica anche per i golosi. Tra i banchi della Food Gallery 32 si trovano file ordinate di tteok, dolcetti di riso morbidi e colorati, e di pasticcini ripieni di fagioli rossi. Non lontano, i chioschi di bubble tea, come Tiger Sugar e Gong Cha, attirano con i loro bicchieri trasparenti pieni di perle di tapioca che scoppiettano ad ogni sorso.

Imperdibile anche la nuova Seoul Sweets, al 308 di 5th Avenue. Questa pasticceria è un vero paradiso per gli amanti dei dolci: tra scaffali colmi di confezioni dai colori pastello e vetrine curate, si possono trovare biscotti e torte decorate in stile kawaii, dessert al matcha e al taro, roll cake soffici e profumati, e bevande creative. L’atmosfera, con il suo design minimal, i totem per gli ordini digitali e le note pop coreane in sottofondo, trasporta in un istante a Seul, in un vero e proprio viaggio sensoriale.

Saziato l’appetito, possiamo ora dedicarci allo shopping! Un altro valido motivo per esplorare Koreatown sono i negozi di prodotti beauty: maschere di tessuto, creme luminose e cosmetici curiosi invitano a scoprire l’arte coreana della skincare che in Corea non è solo una routine di bellezza, ma una vera e propria filosofia quotidiana. La cura della pelle è considerata un gesto di rispetto verso sé stessi, un momento di calma e attenzione, e un modo per prevenire l’invecchiamento e mantenere equilibrio e benessere. Lungo Korea Way si trovano marchi iconici come Innisfree, Etude House e Dr. Jart+, oltre a piccole boutique che offrono prodotti più esclusivi e insoliti. 

E per chi vuole vivere questa filosofia in modo ancora più immersivo, non mancano le spa coreane: veri templi del relax dove saune, bagni caldi e trattamenti viso e corpo si combinano in un’esperienza rigenerante capace di far dimenticare per qualche ora il ritmo frenetico di Manhattan.

Esplorando Koreatown, un’altra tappa obbligata è Koryo Books, forse la mia destinazione preferita di questo viaggio. Si tratta di una libreria indipendente che va ben oltre i libri in coreano. Tra scaffali pieni di romanzi, testi di storia e cultura, qui si respira anche la passione per la musica e il fenomeno globale del K-pop: poster, album e merchandise delle band più famose rendono lo spazio un piccolo tempio per gli appassionati di cultura coreana contemporanea. Koryo Books diventa così un ponte tra tradizione e modernità, un luogo dove approfondire la lingua e la letteratura coreana, ma anche connettersi con la vivace scena musicale che ha conquistato il mondo.

E quando cala la sera, la musica sembra uscire dalle pagine dei libri e dai calendari delle star per riempire le strade di Koreatown: è questo il momento in cui il quartiere si anima davvero, soprattutto durante il fine settimana. Tra insegne al neon e profumi invitanti, la zona diventa un punto di ritrovo per tanti giovani coreani. Molti ristoranti restano aperti fino a tardi ma il vero cuore pulsante della notte sono le noraebang (stanza del canto) per il karaoke che in Corea sono una vera e propria istituzione. Si tratta di spazi privati dove gruppi di amici si ritrovano per cantare a squarciagola, dalle hit K-pop ai grandi classici internazionali, circondati da luci colorate e maxischermi con migliaia di brani tra cui scegliere. A Koreatown non mancano indirizzi iconici come Gagopa Karaoke o Karaoke City, aperti dall’ora di pranzo fino all’alba con stanze tematiche ed effetti speciali.

La presenza coreana a New York si estende però ben oltre i tre isolati di Koreatown. In diversi quartieri della città si trovano istituzioni come The Korea Society, che promuove convegni, mostre e corsi culturali; il NY Korean Performing Arts Center, specializzato in danza e musica tradizionale; e centri comunitari come MinKwon, che supporta la vita quotidiana delle comunità più vulnerabili. Anche le strutture religiose, come la storica Korean Methodist Church and Institute, adiacente agli edifici della Columbia University, hanno radici profonde nella comunità. La recente apertura del Korean Cultural Center New York, infine, conferma l’espansione della cultura coreana nella città, offrendo biblioteca, teatro, aula di cucina e spazi espositivi in un edificio dedicato alla cultura contemporanea. Appena varcata la soglia di questo spazio modernissimo, si resta subito colpiti dal “Hangeul Wall – Things I Love to Talk About”, un’imponente muraglia lunga 22 metri composta da 20.000 piastrelle dipinte a mano con messaggi inviati da persone di tutto il mondo. Si tratta di un’opera che racconta storie, sogni e passioni e invita a immergersi nello spirito coreano, tra tradizione e modernità.

Il modo più divertente per avvicinarsi alla comunità coreana di New York è partecipare agli eventi culturali che vengono organizzati ogni anno e coinvolgono tutta la città. Ogni autunno la Korean Parade sfila lungo la Sixth Avenue con costumi tradizionali, musica e danze che celebrano la comunità coreana con grande partecipazione di pubblico. Ancora più noto è il Korean Harvest Festival, che riunisce a Flushing stand gastronomici, spettacoli e attività per famiglie, trasformando il Queens in un grande villaggio coreano a cielo aperto. Sono queste occasioni perfette per vivere la cultura coreana in un contesto autentico e comunitario, al di là dei ristoranti e dei negozi di Manhattan.

Si chiude così la nostra esplorazione della Koreatown di New York: tra cucina tipica, negozi di bellezza ed enti culturali, il quartiere si svela come un piccolo mondo a sé, capace di trasportarci per un attimo fino a Seoul senza lasciare Manhattan. Il Giro del Mondo a New York però non si ferma qui: il prossimo mese ci aspetta un’altra tappa, un nuovo angolo di cultura, sapori e storie da scoprire insieme. Restate con noi per continuare a viaggiare, un quartiere alla volta!

Immagine di Marta Galfetti

Marta Galfetti

Laureata in Psicologia della Comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Si occupa di comunicazione attraverso progetti online e gestisce la pagina Instagram @Nyc_Pics_and_Tips. Vive a New York dal 2010 dove ogni giorno ricerca nuovi stimoli e scoperte.

Condividi questo articolo sui Social

Facebook
WhatsApp
LinkedIn
Twitter

Post Correlati

Ritorna il camping di lusso Governors Island

Se stai cercando una fuga perfetta dalla frenesia della città senza allontanarti troppo, Governors Island potrebbe essere la tua destinazione ideale. E se desideri trasformare questa breve fuga in un’esperienza indimenticabile, Collective Retreats è pronto ad accoglierti con le sue

Leggi Tutto »

Sarà l’anno del Draghi?

C’è un evento culturale e politico importante in Italia subito dopo il Ferragosto, intorno al 20 come data d’inizio, quando molti italiani sono ancora a bagnar le membra nel bel mare della penisola. Si tratta del Meeting di Rimini, storico

Leggi Tutto »
Torna in alto