Tessere storie: da Livorno al Jeans

Un viaggio nell’artigianato femminile tra Toscana e Genova

La Regione Toscana e il Comune di Genova sono orgogliosi di presentare “Tessere Storie: Da Livorno ai Jeans”, un affascinante evento culturale che celebra l’ingegno creativo e il patrimonio storico dell’artigianato femminile di due territori iconici italiani. Ospitata presso l’Istituto Italiano di Cultura a New York, questa iniziativa unica riunisce artigianato, storia, moda e arte in un viaggio transatlantico che parte da piccoli laboratori e vivaci porti mediterranei, per approdare all’immaginario globale.

Clara Svanera, giornalista e coordinatrice delle Relazioni Internazionali / Turismo Femminile e Culturale di Toscana Promozione Turistica, ha dichiarato:

“L’artigianato è un linguaggio potente e silenzioso, uno strumento vivo che racconta un territorio meglio di qualsiasi altra cosa. Oggi esploriamo due prodotti iconici, veri e propri figli dei loro territori d’origine, capaci di raccontare ben più del ‘Made in Italy’: il cappello di paglia fiorentino e i jeans genovesi. Questi due manufatti, riuniti nella nostra presentazione ‘Da Livorno ai Jeans’, sono emblemi di storia, ingegno ed emancipazione femminile. Iniziamo questo progetto da New York, in una sede prestigiosa come l’Istituto Italiano di Cultura, per poi portarlo in altre sedi istituzionali e fiere internazionali, con l’obiettivo di mostrare il potere dell’artigianato come forma d’arte viva e narrazione condivisa tra territori uniti da antichi saperi!”

UN DIALOGO CULTURALE INTESSUTO NEL TEMPO

Al centro dell’evento ci sono due oggetti iconici—entrambi nati dal lavoro femminile, entrambi simboli di identità, stile e resilienza:

Il Cappello di Paglia di Livorno

Originario della cittadina toscana di Signa, il cappello di paglia è un capolavoro dell’artigianato domestico. Per secoli, donne toscane conosciute come trecciaiole hanno intrecciato a mano la paglia di grano in elaborate trecce, spesso sin dall’infanzia, tramandando le tecniche da madre a figlia. Questi cappelli artigianali, rinomati per la loro leggerezza, resistenza ed eleganza, erano ricercatissimi in Europa e negli Stati Uniti—soprattutto quando esportati dal porto di Livorno, conosciuto a livello internazionale come Leghorn.

Ma il cappello Leghorn è più che un accessorio di moda: è un simbolo di emancipazione femminile e sopravvivenza economica, che ha sostenuto intere generazioni di famiglie rurali. È stato immortalato dai pittori macchiaioli, che ne utilizzavano l’ampia falda per studiare luci e ombre. Nel tempo è apparso in film indossato da icone come Audrey Hepburn, Sophia Loren e Julia Roberts, rafforzando il suo status di simbolo della grazia italiana.

Da Genova ai “Jeans”

Non meno ricca è la storia del blue de Gênes, un tessuto robusto tinto d’indaco prodotto a Genova e utilizzato da marinai, lavoratori e mercanti. Questo tessuto—forte, economico e pratico—era impiegato per abiti da lavoro, vele e coperture per merci. I mercanti francesi gli diedero il primo nome; il mondo anglofono lo trasformò in “jeans”.

Sebbene Levi Strauss e il West americano abbiano creato il mito moderno dei jeans, l’origine del tessuto e del suo nome è profondamente italiana. I tintori genovesi erano maestri nell’uso dell’indaco, una competenza che conferiva al denim la sua tonalità inconfondibile e la sua durata. Come il cappello di paglia, anche i jeans nacquero dal lavoro manuale e dalla necessità, e divennero un’icona della moda e della cultura globale.

UN FILO CONDIVISO: DONNE, LAVORO E MONDO

Sia il cappello Leghorn che i jeans rappresentano più che semplici oggetti d’uso. Raccontano una storia di viaggi transatlantici, lavoro femminile e trasformazioni culturali—da umili origini artigianali a simboli dello stile globale. Collegano due grandi città portuali—Livorno e Genova—e ne proiettano l’eredità oltre oceano, in particolare negli Stati Uniti, dove la loro fama è esplosa e le loro storie si sono evolute.

Questo evento vuole onorare tali connessioni, valorizzare il lavoro femminile nell’arte e nell’artigianato, e invitare a riflettere su come gli oggetti del patrimonio possano ancora ispirare il design contemporaneo, l’identità e la sostenibilità.

“La storia della Toscana è tessuta dalle mani delle donne. Il loro talento ha trasformato la paglia in oro—oggi celebriamo quel genio nella capitale culturale del mondo”, ha affermato Francesco Tapinassi, Direttore di Toscana Promozione Turistica.

FOCUS AGGIUNTIVO: IL PROFUMO DELLA TRADIZIONE

Durante il programma odierno, gli ospiti assisteranno anche alla presentazione ufficiale del Campionato Mondiale di Pesto a cura del celebre chef ligure Roberto Panizza.

Fondato nel 2007 e organizzato ogni due anni nello storico Palazzo Ducale di Genova, il Campionato Mondiale di Pesto Genovese al Mortaio è molto più di una gara culinaria—è una celebrazione internazionale della tradizione, dell’artigianato e del gusto. Con oltre 100 partecipanti da tutto il mondo, il Campionato riunisce chef, cuochi amatoriali e appassionati di pesto di ogni età e provenienza, in una sfida che prevede solo un mortaio di marmo, un pestello di legno e i migliori ingredienti: basilico genovese DOP, olio ligure, Parmigiano Reggiano, Fiore Sardo, aglio di Vessalico, pinoli italiani e sale marino di Trapani.

Lo chef Panizza—fondatore del Campionato e ambasciatore della cultura gastronomica ligure—svelerà l’edizione 2026, condividendo la storia, lo spirito e il valore culturale di questo evento unico che trasforma Genova nella capitale mondiale del gusto e dell’ospitalità.

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