Hollywood e il nodo tariffe: quanto costa oggi fare (e vedere) cinema in America

Tra politiche protezionistiche e costi in aumento, l’industria cinematografica americana si interroga su come continuare a fare film senza perdere pubblico, talenti e storie da raccontare

Hollywood è da sempre sinonimo di sogni, star e storie capaci di conquistare il mondo. Ma dietro la magia del grande schermo si muove una macchina complessa, fatta di numeri, contratti milionari, e – soprattutto oggi – incertezze economiche. L’ultima proposta dell’ex presidente Donald Trump, che punta a introdurre tariffe del 100% sui film stranieri, ha riacceso i riflettori su un tema delicato: quanto costa davvero fare cinema nel 2025?

L’annuncio ha colto di sorpresa molti addetti ai lavori. L’idea, dichiarano i sostenitori, è quella di “proteggere l’industria americana” da una concorrenza sempre più globale. Ma produttori, registi e attori non sembrano convinti: una misura del genere potrebbe generare l’effetto opposto, spingendo verso l’alto i costi di produzione e chiudendo le porte alla ricchezza culturale che da decenni fa grande Hollywood.

Già oggi, girare un film a Los Angeles è un’impresa titanica. Secondo le ultime stime, una pellicola di medio-alto budget parte da 65 milioni di dollari, a cui si aggiungono almeno altri 30-40 milioni per marketing e distribuzione. I blockbuster possono arrivare a costare oltre 200 milioni. Se a questi numeri si sommano le nuove tariffe, è facile intuire quanto possa diventare rischioso investire in un film.

Ma non sono solo i produttori a essere preoccupati. Anche le star – e chi le paga – seguono con attenzione. Oggi, un attore di primo piano può guadagnare tra i 20 e i 100 milioni di dollari per un solo film, mentre i registi più richiesti, da Christopher Nolan ai fratelli Russo, spesso firmano accordi che includono percentuali sugli incassi e bonus extra. Con costi in salita e margini sempre più stretti, molte produzioni rischiano di spostarsi all’estero o ridurre drasticamente le ambizioni creative.

E il pubblico? Anche lui rischia di pagare il prezzo delle nuove politiche. In un panorama in cui piattaforme streaming, sale cinematografiche e festival indipendenti lottano per l’attenzione degli spettatori, un rincaro dei costi di distribuzione potrebbe riflettersi direttamente sui biglietti, sugli abbonamenti e sulla varietà dei contenuti disponibili.

Non è un caso che anche oltreoceano, dal Regno Unito al Canada, le reazioni siano state allarmate. Hollywood non è più solo un luogo: è un ecosistema globale fatto di coproduzioni, maestranze internazionali, storie che viaggiano senza passaporto.

In definitiva, la questione delle tariffe non è solo economica, ma culturale. Difendere il cinema americano non significa chiudersi al mondo, ma trovare un equilibrio che permetta di continuare a raccontare – e produrre – storie capaci di parlare a tutti.

Perché, come ben sa chi ama davvero il cinema, nessuna frontiera può fermare una buona storia.

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Veronica Maffei

Veronica Maffei, giornalista italiana a Los Angeles, racconta la West Coast attraverso cultura, lifestyle, tech e sport. Specializzata nel valorizzare le eccellenze italiane in America, collabora con Mediaset, RAI Cinema, Radio 24 e Italpress. Con passione e professionalità, intreccia storie che uniscono due mondi, portando il meglio dell’Italia negli USA e viceversa.

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