Il congestion pricing, il pedaggio urbano introdotto a gennaio a Manhattan, resterà in vigore almeno fino all’estate e, con ogni probabilità, fino all’autunno. È quanto emerge da un documento depositato venerdì presso il tribunale federale di Manhattan, nell’ambito della causa intentata dalla Metropolitan Transportation Authority (MTA) contro il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, accusato di voler bloccare il programma.
L’intesa tra i legali della MTA e quelli del Dipartimento federale prevede un calendario che impedirà al giudice Lewis J. Liman di pronunciarsi prima della fine di luglio. Questo garantisce alla MTA e alla governatrice Kathy Hochul qualche mese in più per difendere un sistema che, nei suoi primi tre mesi, ha mostrato risultati incoraggianti: traffico ridotto, tempi di percorrenza migliorati e nessun calo significativo nei flussi pedonali o nelle vendite al dettaglio.
Il congestion pricing impone un pedaggio di 9 dollari alla maggior parte dei veicoli che accedono a Manhattan al di sotto della 60ª strada nelle ore di punta. L’obiettivo è duplice: ridurre il traffico e raccogliere 15 miliardi di dollari da reinvestire nel trasporto pubblico locale, a lungo sottofinanziato. Secondo i dati della MTA, a marzo sono entrati nella zona soggetta al pedaggio circa 2,5 milioni di veicoli in meno rispetto alla media storica, pari a una riduzione del traffico del 13 per cento.
Il Dipartimento dei Trasporti, guidato da Sean Duffy, ha minacciato di interrompere i finanziamenti federali allo stato di New York se il pedaggio non verrà sospeso. In un post pubblicato il 20 marzo, un giorno prima della scadenza iniziale fissata dallo stesso Duffy, il segretario ha definito la decisione della governatrice Hochul di mantenere attivo il sistema come un gesto di «palese mancanza di rispetto», annunciando una nuova scadenza per il 20 aprile. «La mancata conformità non sarà presa alla leggera», ha scritto, facendo riferimento alla dipendenza dello stato da fondi federali.
L’opposizione politica al programma è guidata dal Presidente Donald Trump, che da mesi promette di smantellarlo, sostenendo che danneggerebbe l’economia cittadina. Nel frattempo, diverse altre cause legali sono state avviate da gruppi di autotrasportatori, sindacati e residenti contrari al pedaggio. Tuttavia, il giudice Liman ha già respinto alcune delle argomentazioni principali in queste cause, permettendo alla MTA di procedere con l’attuazione del programma.
Il portavoce della governatrice, Sam Spokony, ha ribadito il sostegno dell’amministrazione Hochul al congestion pricing, senza commentare direttamente il documento processuale: «Da quando il congestion pricing è entrato in vigore tre mesi fa, il traffico è diminuito e gli affari sono aumentati — ed è questo il tipo di progresso che continueremo a offrire ai newyorkesi», ha dichiarato. Nei primi due mesi, il programma ha incassato circa 100 milioni di dollari in pedaggi, sufficienti a garantire nuovi investimenti nel sistema metropolitano.
Secondo Danny Pearlstein, portavoce dell’associazione Riders Alliance, favorevole al programma e parte della causa legale, il tempo gioca a favore del pedaggio urbano: «Più a lungo il programma rimane in vigore, più la gente sarà contenta», ha detto, sottolineando che sempre più residenti stanno prendendo atto dei suoi benefici. Nonostante le minacce e l’incertezza politica, per ora il congestion pricing resta attivo. E a deciderne il futuro, almeno secondo il giudice Liman, dovrà essere la magistratura, non le pressioni federali.