Funzionari cinesi preoccupati per i dazi di Trump sul Messico: «È una nuova guerra commerciale»

Il governo di Pechino teme che i dazi diverranno un modo per pressare il Messico sull'interruzione dei commerci con la Cina

Cresce la tensione tra Stati Uniti, Messico e Cina dopo la recente decisione del presidente Donald Trump di imporre nuove tariffe sul Messico. A Pechino, l’allarme riguarda soprattutto la possibilità che queste misure siano l’inizio di una strategia più ampia, volta a obbligare i paesi emergenti a scegliere tra Stati Uniti e Cina.

La guerra commerciale tra Washington e Pechino, iniziata nel primo mandato di Trump, ha già provocato una significativa contrazione del surplus cinese con gli Stati Uniti, sceso di quasi un terzo rispetto al 2018. Tuttavia, la Cina ha compensato queste perdite con un deciso incremento delle esportazioni verso altri mercati emergenti, tra cui il Messico, verso il quale ora vende beni per un valore 11 volte superiore rispetto a quelli importati.

La principale preoccupazione cinese deriva dal fatto che il Messico potrebbe essere il primo paese a subire la pressione americana per interrompere i legami economici con Pechino in cambio di agevolazioni nelle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Un’eventualità che rischierebbe di danneggiare fortemente il commercio indiretto della Cina verso il mercato americano.

In questo scenario si inserisce una particolare regola dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), introdotta alla sua fondazione nel 1995. Questa clausola permette al Messico e a numerosi altri paesi emergenti di aumentare rapidamente e legalmente i propri dazi sulle merci cinesi fino a livelli molto alti, raggiungendo anche il 36%. Questa misura, se attivata, limiterebbe drasticamente l’accesso dei prodotti cinesi al mercato statunitense attraverso paesi terzi.

Secondo Tu Xinquan, preside del China Institute for WTO Studies di Pechino, «è improbabile che i partner commerciali più vicini alla Cina scelgano di schierarsi apertamente, specialmente quelli che hanno accordi di libero scambio con noi». Tuttavia, il Messico non fa parte di questa categoria, il che lo rende vulnerabile alle pressioni statunitensi.

La strategia americana potrebbe dunque servirsi del Messico come esempio per convincere altri paesi emergenti a schierarsi nella guerra commerciale, indebolendo ulteriormente l’accesso cinese al mercato USA attraverso rotte indirette. Non è un caso che negli ultimi anni Pechino abbia intensificato gli scambi commerciali con nazioni aderenti alla Belt and Road Initiative, diversificando così i propri partner economici. Ma la vulnerabilità cinese resta alta: gran parte del surplus commerciale di Pechino proviene da scambi con paesi emergenti, che a loro volta dipendono fortemente dagli Stati Uniti per bilanciare le proprie economie.

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