La recente apertura del The Portal, il collegamento virtuale installato nel quartiere Flatiron di New York City e sulla principale strada di Dublino, ha suscitato grandi aspettative e curiosità, avvicinando ancora di più l’idea che una connessione globale tra posti distanti sia effettivamente possibile – se internet non ce ne avesse già dato ampia dimostrazione. Tuttavia, a soli sei giorni dal suo debutto, il portale è stato temporaneamente chiuso a causa di comportamenti inappropriati da parte dei visitatori.
Segnalazioni di comportamenti indecorosi di fronte alla telecamera, di sfregamenti contro la struttura e persino di immagini offensive mostrate sullo schermo hanno spinto le autorità a intervenire. Sui social impazzano meme e video più disparati: un un video si vede un passante di Dublino mostrare l’immagine delle torri gemelle colpite nell’attentato dell’11 dicembre 2001 come provocazione; un altro video mostra una ragazza di New York arrivare davanti lo schermo scoprendosi il seno, per poi repostare il filmato pubblicizzando il proprio profilo Onlyfans. Alla fine, la ragione ha dovuto prevalere, spingendo per la chiusura temporanea del collegamento virtuale.
Nonostante questi episodi negativi, The Portal ha anche facilitato incontri commoventi e significativi tra individui al di là delle barriere geografiche: amici separati dal tempo e dalla distanza hanno trovato nel portale un punto di incontro temporaneo, così come ha commosso la proposta di matrimonio transoceanica avvenuta qualche giorno prima. Tuttavia, il lato oscuro della tecnologia ha fatto emergere interrogativi sulla gestione dei comportamenti inappropriati e sulla necessità di soluzioni tecniche per proteggere l’integrità del progetto e garantire un’esperienza positiva per tutti gli utenti.